giovedì 19 novembre 2015

La vita spirituale. Lezioni di don Marino Neri (pubblicate su Riscossa Cristiana)



In mezzo alla vorticosità di un mondo sempre più spinto verso l’autodemolizione – prima di tutto intellettuale, e quindi morale – vale la pena ricordarci una grande verità: la vita interiore è, per ciascuno di noi, l’unica cosa necessaria per resistere a questo deleterio processo. La vita dell’interiorità dovrebbe essere in costante aumento nella nostra anima più ancora che quella intellettuale, culturale, scientifica, artistica o sociale.

La grande conversione o conversione propriamente detta è quella che avvia un’anima a detestare il peccato e la vita carnale per purificarsi e perfezionarsi sempre più alla scuola dei precetti evangelici sotto l’impulso costante della grazia. Questa prima fondamentale conversione inaugura la via purgativa, secondo quanto detto sopra, e per alcuni inizia col Battesimo in età puerile, per altri si avvia in età più avanzata, ma pur sempre a partire dal medesimo sacramento. La seconda conversione segna invece il passaggio alla cosiddetta via illuminativa...

L’amor proprio rimane più o meno a lungo nelle anime imperfette, nonostante lo stato di grazia, ed è la causa di tutta una serie di peccati veniali, di difetti abituali, che diventano come una “seconda natura”, a tal punto da influenzare i tratti genuini del nostro carattere, corrompendoli o deviandoli. Ecco che dunque non può non darsi una seconda conversione, se un uomo vuole realmente piacere a Dio e non pascere se stesso nel pressapochismo morale e quindi esistenziale. Se scorriamo il cap. 60 del Dialogo cateriniano, la Santa di Siena descrive l’amor proprio degli imperfetti, i quali servono Dio anche per un certo loro interesse personale, emotivo: si sentono realizzati, si sentono bene, trovano sfogo alle loro aspettative. Si assiste a una strana miscela di sensazioni...


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